Il 2024 ha mostrato un quadro allarmante per l’industria italiana, che ha registrato una diminuzione della produzione del 3,5% rispetto all’anno precedente, secondo i dati forniti dall’Istat. Si è arrivati al 23° mese consecutivo di flessione, un periodo di crisi prolungata che ha avuto un impatto significativo su diversi settori.
Se da un lato la produzione di energia e quella alimentare, bevande e tabacco hanno mostrato risultati positivi, dall’altro i settori tradizionalmente forti come quello tessile e l’industria automobilistica hanno subito perdite considerevoli. In particolare, il comparto automobilistico ha visto una diminuzione drammatica della produzione.
I dati di dicembre sono particolarmente preoccupanti, evidenziando un calo complessivo del 7,1% su base annua, il peggior risultato dal periodo della pandemia. Questo declino si traduce in una perdita stimata di 42 miliardi di euro per la manifattura.
Nonostante le difficoltà, due settori si sono distinti per la loro crescita: l’attività estrattiva e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria. Tuttavia, nel complesso, la manifattura italiana rimane in difficoltà, con il settore auto e quello della moda che continuano a segnare i risultati più negativi. Anche la metallurgia e il comparto dei macchinari e legno-carta hanno subito un calo considerevole, mentre il tessile-abbigliamento ha visto una flessione superiore al 18%.
Con un quinto del Pil italiano rappresentato dalla produzione industriale, l’andamento attuale preoccupa non solo gli operatori del settore, ma anche l’intera economia nazionale. Guardando al futuro, l’unico comparto che sembra mantenere una tendenza positiva è quello alimentare.