Il Governo italiano ha lanciato una nuova misura per sostenere l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno: il bonus Zes. Questo provvedimento è rivolto alle aziende che decidono di assumere a tempo indeterminato lavoratori over 35 che risultano disoccupati da tempo. Il decreto attuativo stabilisce i criteri di accesso a un esonero totale dei contributi previdenziali, esclusi i premi Inail, per un periodo di due anni, con un massimo di 650 euro mensili per ogni lavoratore assunto.
L’incentivo, che rientra nel decreto Coesione, è finanziato con una dotazione di 591,4 milioni di euro fino al 2027, nell’ambito del Programma nazionale giovani, donne e lavoro 2021-2027.
L’obiettivo principale è quello di rafforzare i livelli occupazionali e ridurre i divari territoriali nelle regioni della Zona economica speciale (Zes) unica del Mezzogiorno, che include Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Tali agevolazioni sono destinate ai datori di lavoro privati con un organico fino a 10 dipendenti che, tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, assumono personale non dirigenziale per lavorare in una delle otto regioni Zes. Tuttavia, per accedere al bonus, le aziende devono rispettare alcune condizioni: non devono aver effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo o licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti l’assunzione.
Le imprese interessate possono fare richiesta del bonus Zes per via telematica all’INPS, fornendo i dati necessari relativi all’impresa e al lavoratore, il tipo di contratto, la retribuzione media mensile e la sede di lavoro prevista. Il bonus non è cumulabile con altri esoneri contributivi, ma rimane compatibile con la maxi-deduzione per nuove assunzioni introdotta dalla riforma dell’Irpef del 2023, prorogata fino al 2027.
Questa iniziativa si presenta come una risposta strategica alle sfide occupazionali del Meridione, in un contesto in cui l’economia del Sud Italia necessita di stimoli per una crescita sostenibile. Secondo i dati dell’Istat, a marzo 2024, il Mezzogiorno ha registrato un incremento significativo del tasso di occupazione, segno che le politiche attive del lavoro stanno iniziando a dare i loro frutti.