Secondo un rapporto europeo, i lavoratori delle micro e piccole imprese sarebbero più predisposti a rischi psicosociali sia per l’elevato carico di lavoro sia per la pressione a cui sono sottoposti. Lo stress a cui è soggetto il dipendente spesso ha a che fare con la tipologia di lavoro svolto, soprattutto se si tratta di impieghi temporanei come quelli nel settore turistico.
Una relazione realizzata per conto dell’Agenzia europea sottolinea come i rischi psicosociali per i lavoratori siano aumentati durante la pandemia di covid-19, che ha influito negativamente sull’andamento delle imprese.
Tra le segnalazioni riportate nello studio si rileva il rischio che si crei uno squilibrio tra lavoro e vita privata a causa dello stress provocato dall’eccessiva mole di lavoro, in particolare nel settore alberghiero. Anche il settore dell’istruzione risulta fortemente colpito a causa della mancanza di personale, per cui gli insegnanti sono costretti a svolgere molte ore di lavoro extra. Spesso queste condizioni vengono accettate passivamente dai lavoratori, come se non ci fosse altra strada. Anche la percezione del problema è diversa tra dirigenti e dipendenti.
Un altro aspetto negativo lamentato dai lavoratori riguarda le relazioni sociali sul posto di lavoro, che vengono percepite come scarse. Alcuni rischi sono riscontrati solo in determinati paesi; per esempio, la paura di perdere il lavoro. Risulta evidente che, in seguito alla pandemia, si è data più importanza a questo tipo di disturbi che alla lunga rischiano di ripercuotersi sulle attività delle aziende andando a toccare la forza lavoro.