Secondo i dati dell’ultimo report Istat relativo al biennio 2022-2023, sono due milioni le donne molestate almeno una volta nella vita sul luogo di lavoro, che rappresentano circa l’81,6% delle vittime totali.
Si tratta perlopiù di giovani, circa il 21% tra i 15 e i 24 anni. Nella maggior parte dei casi, l’autore delle molestie sulle donne è un collega maschio o una persona con cui si è entrati in contatto per motivi di lavoro. Mentre gli uomini subiscono molestie nel 26,4% dei casi da colleghe e nel 20,6% da colleghi. Raramente questi fatti vengono denunciati, infatti solo il 2,3% delle donne si è rivolta alle forze dell’ordine. Solo in un numero ridotto di casi le vittime ne hanno parlato con il datore di lavoro, con un loro responsabile oppure hanno deciso di confidarsi con colleghi di fiducia.
Un dato positivo riguarda la diminuzione dei ricatti sessuali che, nei tre anni precedenti all’indagine, sono stati circa 65mila. Si tratta di donne tra i 15 e i 70 anni, pari allo 0,5%, meno rispetto alla precedente rilevazione. Anche in questo caso, la percentuale è più alta fra le più giovani, nella fascia 15-24 anni. Il fenomeno, come sottolinea il rapporto, si è ridimensionato grazie alle denunce scaturite dalla campagna #Metoo e a un sistema legislativo più attivo nella protezione delle vittime.
In più, bisogna considerare che il periodo preso in esame, gli anni 2020-2023, comprende la pandemia e il lockdown, un lasso di tempo in cui le occasioni di lavoro in presenza si sono ridotte e, dunque, anche la possibilità di interazioni fisiche.
In generale, al di fuori dell’ambiente lavorativo, le donne che hanno subito molestie sono un milione 311mila, di queste solo 743mila avvenute nell’ultimo anno. Tra le tipologie di molestie, le più diffuse sono le proposte indecenti di natura sessuale e i commenti negativi sull’aspetto fisico.
I social e le nuove tecnologie hanno ampliato il campo delle molestie alla dimensione virtuale, che si concretizzano nell’invio di messaggi volgari, foto e video hard e proposte oscene, oltre a consentire la pubblicazione di materiale privato senza consenso.
La maggior parte delle donne non denuncia le molestie subite perché tende a minimizzare il fatto o per paura del giudizio altrui. In molti casi prevale la vergogna e il senso di colpa, oltre a una buona dose di sfiducia nelle forze dell’ordine.